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Muffa in casa: cause e soluzioni

Le muffe che si formano negli appartamenti, sono formazioni miceliche (funghi) e come tali attecchiscono con facilità nelle zone più umide. La loro presenza all’interno di unità abitative è un indice della precaria salubrità oltre ad essere sgradevole dal punto di vista estetico e tale problema deve essere affrontato prontamente prima che diventi di difficile gestione. Se lasciate proliferare cominciano infatti ad invadere qualsiasi cosa possa trattenere, per le sue caratteristiche intrinseche, un po’ di umidità: legno dei mobili, tessuti, etc..

La prima cosa da fare quando compaiono le muffe è capire, in assenza di altre cause come perdite idrauliche, dove esse si verificano:

  • negli angoli?
  • vicino alle finestre?
  • a nord?
  • dietro ai mobili?

e se si è modificato poco prima della loro comparsa il modo in cui viviamo la casa:

  • stiamo più ore in casa?
  • ci sono più persone a casa?
  • provvediamo ad un adeguato ricambio d’aria?

Questi appena elencati sono sicuramente degli aspetti fondamentali che spesso vengono purtroppo trascurati o sottovalutati. Basti pensare come la pandemia ci ha costretti questi ultimi due anni a casa per molto più tempo (smartworking, quarantene, etc.).

Una semplice formuletta che dovrebbe far suonare un primo campanello d’allarme è:

Se il risultato è inferiore a 2 è molto probabile che la casa non riesca a “digerire” il vapore che produciamo respirando, cucinando, lavandoci, etc..

Un po’ di teoria

L’ acqua è presente sempre sottoforma di gas (vapore) o aerosol nell’aria che respiriamo. Il vapore a differenza di quanto comunemente si pensi, è sempre presente dai 0°C in su, anche se in quantità diverse a seconda delle caratteristiche di temperatura, pressione e umidità dell’aria stessa.

Esiste però una temperatura detta “di rugiada” al di sotto della quale l’acqua presente nell’aria in forma gassosa ritorna allo stato liquido e tale temperatura dipende da quanto l’aria è prossima alla saturazione di vapore (umidità relativa) e dalla sua temperatura.

Le considerazioni da farsi sono a volte più approfondite di una semplice indagine termografica, ma una fotografia termica come questa risulta abbastanza eloquente:

Le zone più scure di tinta violetta sono zone in cui la temperatura è ben al di sotto della temperatura di rugiada ed ecco che il vapore in quelle zone diventa acqua allo stato liquido.

Cosa fare?

La prima cosa è sicuramente eliminare la muffa, prodotti a base di ipoclorito di sodio (la comune candeggina) vanno benissimo. Prendete uno spruzzino e riempitelo con una soluzione al 1% (solitamente basta 1/3 di candeggina e 2/3 di acqua), poi spruzzate nelle zone dove la muffa si è palesata, i funghi moriranno in poco tempo.

In secondo luogo è possibile monitorare l’umidità ambientale con un semplice igrometro digitale (su un famoso sito di e-commerce sono venduti per pochi euro) e nel caso l’umidità ambientale diventi superiore a 50-55%, aprire le finestre per un ricambio d’aria fintanto che l’umidità non ritorni a livelli accettabili. D’inverno questo può comportare un discomfort dovuto all’abbassamento della temperatura dell’ambiente oltre all’evidente spreco di energia. In tal caso la ventilazione controllata con scambio risulta la soluzione ottimale e definitiva per continuare a godere di un ambiente salubre ed efficiente dal punto di vista energetico.

Studio Cerello & Chesini © 2022

Investimenti: box auto o appartamento?

L’investimento in un box porta sicuramente il vantaggio di una gestione più semplice rispetto all’appartamento.  La scelta del box presuppone la valutazione di una zona con un numero ridotto di parcheggi e di eventuali interventi di costruzione di nuovi box oppure di nuovi parcheggi in zona che andrebbero ad aumentare l’offerta, che comporterebbe inevitabilmente ad una riduzione media dei canoni nella stessa zona. In questi ultimi anni di difficoltà di mercato immobiliare, una delle prime rinunce dei potenziali inquilini e acquirenti è proprio il garage, al fine di tagliare le spese.

La decisione di affittare una casa presuppone la scelta di una zona con un’elevata domanda di immobili in locazione (ad esempio zone universitarie, ad alta presenza di aziende o uffici che attirano trasfertisti) ben servita e ben collegata. I rendimenti annui lordi dei box sono mediamente più elevati di quelli degli appartamenti. Nelle grandi città, nel I semestre del 2016, siamo intorno a 5,9% del box contro il 4,7% di un bilocale. Tra le grandi città quelle che, nello stesso periodo, hanno registrato rendimenti più elevati sui box sono Bari (9,9%) seguita da Palermo (7,5%). Si tratta di città dove i prezzi dei box sono più contenuti rispetto alla media delle altre metropoli e questo incide positivamente sui rendimenti. Per quanto riguarda invece le abitazioni, tra le grandi città quelle che hanno il rendimento annuo lordo da locazione più elevato sono Verona (5,9%) e Palermo (5,4%). Ma un aspetto da considerare quando si investe sul mattone, che sia un appartamento o che sia un box, è la rivalutazione degli immobili nel tempo. L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che parte dal 2001, vede nelle grandi città una maggiore rivalutazione delle abitazioni rispetto ai box: 7,9% contro 4,6%.

Per quanto riguarda il nostro contesto cittadino il mercato dei box risulta florido in terraferma, inoltre il boom dell’affittanza turistica, agevolata dalle piattaforme web dedicate (ad es AirBnB), ha moltiplicato in questi ultimi mesi gli investimenti in appartamenti ad uso turistico, in particolare nelle zone più servite dai mezzi pubblici, per poter  raggiungere il centro storico in poco tempo.