Il fenomeno delle comuni, in Italia, inizia ad avere una buona consistenza agli albori degli anni ‘70, figlio di una cultura beat di importazione ma anche della “nuova stagione comunitaria americana” — soprattutto di matrice hippy e libertaria — cominciata nella seconda metà degli anni ’60.
Ma al di là degli idealismi, la condivisione all’interno del condominio di servizi come la pulizia, il baby/pet – sitting, il giardinaggio, le manutenzioni fino alla connessione in banda larga e alla pay-tv o di cultura (scambio di libri, cd, dvd) può essere un modo per fare comunità risparmiando e risulta, secondo un sondaggio di Immobiliare.it, essere un trend in crescita.
Sarà la congiuntura economica, un maggior senso di comunità o semplice evoluzione, ma l’accostare un sistema di mutuo sostegno e supporto che coinvolge diversi aspetti della vita in casa, dalla gestione di alcune incombenze fino ad arrivare allo sviluppo di attività ricreative, è un modo poi per condividere all’interno di una piccola comunità le proprie attitudini, questo a beneficio dell’animo e delle proprie tasche.
Per quanto riguarda le prestazioni manuali rimangono comunque aperte le problematiche riguardanti la sicurezza, è quindi necessario che un tale approccio sia deliberato a livello assembleare per sollevare il condominio e l’Amministratore da eventuali responsabilità in caso di incidente.